La terza Chiesa: 1656-1666 e traslazione dell’affresco

Non avrebbero certamente mai pensato i buoni Belvederesi e tutti quei pii devoti di Maria che con tante offerte e con sì gran giubilo Le avevano edificato sì bella e grande Chiesa che questa avrebbe durato così poco; ma purtroppo fu così.

Non era ancora trascorso mezzo secolo dal compimento della fabbrica che questa già, non ne sappiamo il perché, ma forse per la poca solidità del terreno o come dice il Mei a motivo delle frane e delle infiltrazioni delle acque, incominciava già a minacciare rovina. Si ricorse a restauri, ad opere murarie di consolidamento, ma tutto fu inutile. L'edificio sempre più minacciava rovina, ed in quel luogo basso ed umido era inutile pensare ad altre costruzioni. E tuttociò impensieriva il buon Parroco D. Giovanni Ludovico Bonavia.

Si era allora da poco tempo portata a termine la costruzione del Convento dei Padri Francescani Riformati in cima al vicino colle della Serra, e già i Padri ne avevano preso regolare possesso. Dove meglio che vicino al detto Convento trasportare la Santa Immagine, che da un momento all'altro poteva essere travolta dalle macerie della Chiesa pericolante? Chi meglio dei Figli di S. Francesco avrebbero potuto vigilare e custodire il sacro deposito? E così si fece.

Nei pressi del suaccennato Convento vi era un piccolo ripiano di proprietà della Parrocchia che confinava come confina tutt'ora, colla via pubblica. In questo luogo s’incominciò nel 1656 a fabbri­care una nuova Chiesa, sia con le oblazioni dei fedeli, sia con le elargizioni del Comune il quale diede a tale scopo, come leggesi in un atto consigliare, 13 fiorini, sia finalmente col materiale della cadente Chiesa della Valle. Certo che l'opera deve aver incontrato delle difficoltà, poiché solo dieci anni dopo, cioè nel 1666, potè effettuarsi la sospirata traslazione ed il collocamento della benedetta immagine nella nuova Chiesina nel luogo dove presentemen­te viene venerata.

Non sappiamo il giorno in cui fu fatta detta traslazione, ma sic­come in un atto consigliare del 2 Maggio 1666 leggiamo che il Municipio "per solennizzare la Traslazione della Madonna SS. del Sole dà quale offerta alla sua Chiesa due libbre e mezzo di cera bianca in tante falcole", possiamo dedurre che essa fu fatto con grande solennità entro il detto mese di Maggio e molto probabilmente la prima Domenica. (Oggi la festa si celebra la seconda Domenica di Maggio).

Nel 1673 fu collocata sul campaniletto della Chiesa una piccola campana dono del Parroco D. Giulio Catalani come rilevasi dalla iscrizione incisavi: "Iulius Catalani Plebanus Anno D.no MDCLXXIII". E chi l'avrebbe mai presagito al buon Parroco che di essa, in un giorno non lontano, si sarebbe Maria servita per riaccendere la devozione verso la sua benedetta Immagine che purtroppo andava affievolendosi; e che quel dono sarebbe stato come il piccolo granello da cui sarebbe poi sorto il maestoso tempio che oggi ammiriamo!

 

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