La quarta chiesa: 1734

Dopo il grande prodigio del 1734 - come vedremo più avanti - si sente la necessità di edificare un Nuovo Tempio, ancor più grande e sontuoso di quello che, sul principio dell'antecedente secolo, era stato innalzato a Maria SS.ma nella Valle.

Le oblazioni infatti continuavano ad affluire sempre più abbondanti e cospicue, e i deputati, già eletti per raccogliere e registrare le offerte, si trovarono in breve in possesso di somme così grandi, che il pensiero di fabbricare una nuova e magnifica abitazione veramente degna di Maria, sorse nella mente di tutti e subito si pensò ad effettuarlo. La storia del Santuario ci narra il grande entusiasmo con cui si cominciò e si attese all'innalzamento del nuovo tempio, e la bella gara con cui tutti i Belvederesi uniti in santa concordia con pii e facoltosi devoti forestieri attesero, con ansia febbrile, all'opera santa, prestandosi persino, chi non poteva con denaro, con opere manuali per recarla quanto prima a compimento. Basti dire che in meno di due anni il bel Tempio era già compiuto, se non in modo perfetto, certo da potersi officiare.

Sorge questo in forma di croce greca e s'innalza per circa m 15 compresa la cupola; la sua lunghezza è di m 14,50; altrettanto la sua larghezza. Sebbene non possa dirsi vastissimo, pure è costruito con tante armoniose proporzioni ed in forma così nobile, che chi vi entra si sente spinto a devozione e raccoglimento. E’ di stile com­posito; e quantunque a motivo della forma ottagonale datagli all'esterno per maggiore solidità, sembri, veduto di fuori, un po' pesante, pure all'interno s’innalza così svelto agile verso il cielo che, innalzando lo sguardo, ci sentiamo subito rapiti verso quel beato soggiorno dove Maria splende tra i celesti come sole in mezzo agli astri - Sublimis inter sidera.

Attorno alla fascia del cornicione si leggevano diversi versetti delle Sante Scritture che si riferiscono alla Vergine; e nel quadro a specchi, tra i capitelli degli otto pilastri che reggono la cupola, sono scolpite a grandi caratteri le seguenti scritte: "Caeli gaudium - mundi auxilium - peccatoris refugium - purgatorii solatium".

Negli sfondi delle crociere (eccettuato quello dove è la porta sopra cui sta l'orchestra con l'organo) vi sono tre Cappelle:

In quella di mezzo sorge maestoso l'Altare della Madonna intagliato in legno e decorato a marmi ed oro, nel centro del quale, in mezzo a due colonne sormontate da due Angeli ed entro una bella e grande cornice lavorata e decorata in oro con cristallo, vi è l'affresco della miracolosa Immagine. La sommità della Cappella, dietro l'altare, è ricoperta da un bel dipinto sul muro ove, quasi al centro, si vede la Vergine del Sole benedicente; alla sua destra l'Eremita che prega ed alla sinistra il pastorello che riceve la vista:

più lungi la Chiesina col campaniletto ed innanzi a questa il mura­tore che riceve l'udito; poi altri personaggi in attitudine di supplicare e ringraziare la Vergine; ed il tutto sì ben messo e proporzio­nato da formare un bell'insieme che ci ricorda quasi tutta la storia del Santuario.

Sulla parete di destra (a chi guarda l'altare) in mezzo ad una rag­giera di stucco dorata il nome di Maria, e portata da due grandi Angeli parimenti di stucco, ammirasi la "Prodigiosa Campanina" col suo bel ceppo dorato che qui fu solennemente posta nel giorno della dedicazione del Tempio. Sul lato sinistro dell'altare grande, vi era un quadro contenente un osso di balena, dono di lontani marinai scampati, in tempi non precisati, per la intercessione della Vergine del Sole; oggi questo segno di gratitudine (P.G.R.) si conserva nella sacrestia.

Nella Cappella laterale destra di chi guarda l'altare maggiore, vi era un altare (oggi rimosso per sistemarvi un confessionale) e sopra è rimasto un grande dipinto dedicato a S. Anna e si vede la "Presentazione al Tempio di Maria SS."; bellissimo quadro di ignoto autore, ma degno di essere restaurato.

Nella Cappella laterale sinistra, al posto dell'altare vi è stato collocato dopo i lavori di risanamento, un confessionale, ma sopra in alto, entro una grande nicchia riccamente decorata, si ammira e si venera un Crocifisso spirante, in legno, lavoro artistico di notevole pregio e proveniente dalla Chiesa dei Francescani (come sopra accennato) demolita qualche decennio fa, perché pericolante.

Sopra il portone dell'entrata è stata costruita una ben disegnata cantoria, con al centro un prezioso organo ottocentesco, costruito e firmato da Odoardo Cioccolani di Cingoli, opus 8.

Data l'importanza del vetusto strumento musicale, è stato presentato e approvato dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici delle Marche di Urbino, il restauro su progetto - preventivo della Fabbrica di organi a canne dei Fratelli Ruffatti di Padova.

Riportiamo in Appendice N° 4 la scheda descrittiva dell'organo per apprezzarne il valore e consegnarlo alla memoria come gli altri tesori artistici e religiosi del Santuario.

 

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